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Archive for the ‘Computers and Internet’ Category

Lingubot™

"Un Lingubot™  è un Agente software che risponde in tempo reale, con la massima gentilezza, disponibilità e chiarezza alle domande dei vostri Clienti.

Internet è ormai uno strumento indispensabile nella vita di tutti i giorni, ma sono molti gli utenti che lo considerano ancora troppo complicato, dispersivo e poco amichevole. La quantità di dati presenti in rete è enorme, tuttavia trovare le informazioni che cerchiamo è un’attività che richiede abilità, pazienza e parecchio tempo. La maggior parte dei navigatori usa abitualmente i motori di ricerca messi a disposizione dai siti più avanzati, ma questi strumenti non sono sempre risolutivi perché restituiscono risultati irrilevanti oppure perché, molto spesso, una domanda non può essere condensata in una parola chiave.

La tecnologia Lingubot™ è stata messa a punto a cominciare dal 1997 proprio con lo scopo di risolvere questo problema e fin dal 2000 consente alle aziende che vogliono affermare la propria presenza in Internet di utilizzare un software realmente interattivo, che dialoga con ciascun navigatore utilizzando la modalità più efficace: il linguaggio naturale."

 
ehhh sì… Giusto qualche giorno fa ho passato un piacevole pomeriggio in compagnia di Anna (clicca si "Ask Anna", nella pagina che si apre…), amabile assistente dell’Ikea e Giulietta (ovviamente) graziosa e affabile assistente Alfa Romeo…. Abbiam parlato del tempo, delle vacanze e del lavoro…
Anna si è fatta in 4 per trovarmene uno ma l’inghilterra per ora non è uno dei posti dove voglio andare… Giulietta non aveva nulla per me… però ora so tutto su test-drive e configurazione delle auto…
 
Infine c’è il mio grande amico Alfa, lui si che è davvero di compagnia … credo sia perchè in fondo non cerca di venderti nulla e non vuole a tutti i costi aiutarti aprendoti una pagina web….
 

 

Già…
Queste sono le nuove frontiere della comunicazione moderna…
 
 
 

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"Il proprio PC per una nobile causa

Si chiama Distributed Computing, ovvero “calcolo distribuito". È un metodo per destinare parte della capacità di calcolo del proprio computer a scopi quali la ricerca medica o lo studio della meteorologia. Il presupposto di partenza è che i nostri computer sono ormai così potenti che parte della loro potenza rimane spesso inutiliz­zata: la maggior parte delle ap­plicazioni, infatti, anche quando è in piena attività utilizza solo una parte della potenza di cal­colo di un PC.
I progetti di Distributed Computing mirano ad attingere proprio da questa risorse inutilizzate: distribuendo lo sforzo tra un grande numero di normali PC (ognuno dei quali contribuisce solo per una piccola parte) si riescono a ottenere risultati che neanche il più potente degli odierni supercomputer potreb­be raggiungere, e per di più con costi molto contenuti.

Come funziona? Una volta stabilito qual è l’obiet­tivo che ci si prefigge, i respon­sabili di un progetto suddividono il lavoro in una enorme quantità di piccoli compiti, ognuno dei quali può essere svolto separa­tamente da un singolo compu­ter. Chi vuole aderire al progetto deve scaricare e installare un software che farà da tramite tra la "centrale operativa" e il sin­golo partecipante: il software riceverà il compito da svolgere, effettuerà i calcoli e, una volta portato a termine il lavoro, comunicherà i risultati alla "casa madre". Per scaricarlo e per le operazioni di comunicazione, è necessario essere collegati a Internet, ma per il resto del tempo il programma funziona anche se si è disconnessi. Il software, inoltre, è progettato per non interferire con il normale funzionamento del PC: entra in funzione soltanto nei tempi mor­ti del computer, cioè quando il processore non sta lavorando. L’utente ideale dunque è colui che lascia il computer acceso per molte ore al giorno per ese­guire compiti non molto impe­gnativi (per esempio chi usa le reti p2p per lo scambio dei file); ma anche chi usa il computer per un’ora alla settimana può dare il suo contributo, comun­que significativo. Va segnalata anche una con­troindicazione: i PC più moder­ni (soprattutto i portatili) sono progettati in modo da entrare automaticamente in modalità di risparmio energetico quan­do le proprie componenti non stanno lavorando. Lanciando un progetto di questo genere,il PC avrà sempre qualcosa da fare e la modalità di risparmio non si attiverà mai. Del resto, se volete davvero risparmiare, dovete spegnere il PC: lo vo­lete lasciare acceso, tanto vale sfruttarlo al meglio.

A chi giova? Chi aderisce al progetto parte­cipa per sostenere la causa che ci sta dietro. A trame giovamen­to è ovviamente chi gestisce i singoli progetti: in generale si tratta di organizzazioni no-profit quali università e istituti di ricerca. Qualche società ha anche provato a esplorare la via commerciale al calcolo di­stribuito, per il momento senza risultati concreti.

Attualmente il progetto più popolare è probabilmente Folding@home (folding.stanford.edu), gestito dal dipartimento di Chimica dell’Università di Stanford: si occupa di ricerca nell’ambito dell’assemblaggio (in inglese: folding) delle proteine, un ramo della scienza che può aiutare a combattere malattie quali l’Alzheimer, il Parkinson e tante altre. Altro progetto noto è quel­lo sviluppato su www.climateprediction.net  (per la previsione del clima nel 21° secolo). Per un approfondimento sul Distributed Computing ed elenchi di altri progetti vi rimandiamo ai siti: library.thinkquest.org/C007645/english/ e www.distributedcomputing.info.
Purtroppo, tranne qual­che parte di quest’ultimo sito tradotta in italiano, quasi tutto il materiale è in inglese."

articolo tratto da "Altroconsumo" n.181, Aprile 2005 (www.altroconsumo.it)

 

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