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Archive for dicembre 2005

Sotto l’albero…

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E’ quasi Natale… Da un po’ di anni a questa parte per una serie di motivi la magia che vorrei sentire in questi giorni si sgretola inesorabilmente e non riesco a tenerla viva…

Quest’anno è un anno speciale e, nonostante la frenesia di questa mia vita da pendolare, ho preparato e consegnato parecchi pacchettini, semplici pensieri per le persone che mi stanno vicine fisicamente e non…. Ho fatto due alberi di Natale… Ascolto tutti i giorni le canzoni e condivido queste cose con chi ,come me, le ama tanto…. faccio programmi per la cena della vigilia e il pranzo di Natale… respiro l’aria e sento che sa di Natale…

Quest’anno la magia è tangibile…

La vedo e la sento tutti i giorni da quando apro gli occhi la mattina….

 

 

"Have yourself a Merry little Christmas… let your heart be light… from now on your trouble will be out of sight…"

 

 

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Sono una Pantofola!

[…] Il giovane castoro la vide che se ne stava tutta imbronciata all’ombra del bidone. Le si presentò molto educatamente, tendendole la mano:

"Piacere George"
E subito le chiese: "Qualcosa non va?"
"Si, non vedi? Ho una madre che non mi porta a passeggio!"
"E perchè non ti porta a passeggio?"
"Perchè non si muove, non vedi?"
Il castoro si guardò intorno.
"E dove sarebbe tua madre?"
"E’ qui, non la vedi?"
George si guardò ancora intorno.
"Vedo solo una pantofola."
"Una… cosa?"
"Una pantofola"
Ci misero un, po’ a capirsi perchè a volte non basta parlarsi per capirsi. Lei, ad esempio, ci mise un po’ a capire che lui chiamava pantofola sua madre e lui ci mise ancor di più a capire che lei pensava che quella pantofola fosse sua madre. Anzi, veramente all’inizio George non ci capì proprio niente. Si fermò smise di parlare e decise che ci voleva tempo. Si sedette anche lui accanto al bidone  e cominciò a pensare.[…]
Così Gearge quel giorno seduto accanto al bidone, pensò a lungo com’era mai possibile che qualcuno si credesse figlio di una pantofola. E dopo aver pensato senza trovare alcuna spiegazione, fece come si fa quando appunto non si riesce a trovare alcuna spiegazione o soluzione a un problema: cercò di approfondire il problema.  Cioè le chiese:
"Ma tu, esattamente, che animale sei?"
"Una pantofola!" rispose lei senza esitazione.
Ecco qual era il punto!
Bisogna sempre approfondire il problema per giungere al punto. E qui il punto riporatava esattamente al problema: il problema della pantofola.
"Una pantofola?" ripetè George nel pallone più totale, cioè immerso sempre più nei pensieri.
"Sì, me l’hai detto tu che mia madre è una pantofola…"
George sentì nuovamente il bisogno di pensare. Pensò a lungo e alla fine, siccome era un bravo pensatore, arrivò a capire una grande verità. E cioè che, quando uno nasce, non sa chi è.
Certo, come fai a sapere chi sei? Ci vuole qualcuno che te lo dica. E se nessuno te lo dice, tu non puoi sapere chi sei, giusto? Giusto. […]
 
Paola Mastrocola – "Che animale sei? Storia di una pennuta"

 

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